Articolo pubblicato sul sito della rivista Harvard Business Review Italia – Ottobre 2020
“L’intelligenza emotiva – ossia l’insieme delle capacità che aiutano le persone a interagire armoniosamente – dovrebbe acquistare sempre maggior valore negli anni a venire, rappresentando un vero e proprio asso nella manica di cui avvalersi sul luogo di lavoro.”
Con queste parole Daniel Goleman, psicologo, scrittore e giornalista statunitense, individua nel suo libro Emotional Intelligence del 1995 la centralità delle competenze emotive all’interno di un contesto professionale vincente.
Da anni si parla di intelligenza emotiva in azienda e studi recenti la identificano come un elemento ormai imprescindibile all’interno delle organizzazioni. Nel dipingere lo scenario lavorativo del futuro, infatti, il World Economic Forum annovera l’intelligenza emotiva tra le 10 soft skills più ricercate da qui ai prossimi anni.
Anche una ricerca di McKinsey del 2018 rivela l’importanza di coltivare le competenze sociali ed emotive, prevedendo entro il 2030 un aumento della domanda di queste skills in azienda pari al 30%. Accanto all’adozione massiccia di tecnologie sempre più avanzate e all’accelerazione dell’intelligenza artificiale, si assisterà a una domanda sempre crescente di risorse in grado di gestire i rapporti interpersonali e le emozioni proprie e altrui in maniera efficace – competenza a cui le macchine sono ben lontane dal poter sopperire.
Il recente cambiamento del contesto lavorativo e la forte spinta in direzione del lavoro agile hanno amplificato l’urgenza di sviluppare competenze personali ed emotive – come empatia e capacità di comunicazione e ascolto –, necessarie alle aziende per sviluppare nuovi modelli di leadership, migliorare l’organizzazione e l’efficienza di team sempre più flessibili, e per gestire le attività a distanza con clienti, partner e fornitori.
Oggi è abbastanza comune sentir parlare di emozioni in azienda, ma spesso risulta ancora poco chiaro cosa si intenda effettivamente con “intelligenza emotiva”. Si tratta di un concetto che fa riferimento alla capacità di comprendere e riconoscere le emozioni nel loro manifestarsi, imparare a regolarle e gestirle, e scovare dentro di sé la motivazione intrinseca necessaria a portare a termine attività e compiti nonostante momenti emotivamente carichi. Si tratta però di una competenza che non è rivolta solo verso la propria interiorità, ma che si articola anche sul piano sociale, sotto forma di empatia e relazioni interpersonali. Essere dotati di un buon livello di intelligenza emotiva permette di provare vicinanza agli stati d’animo altrui e sviluppare relazioni sociali più positive e solide.
Come si trasforma lo sviluppo dell’intelligenza emotiva in un beneficio per l’azienda? Le realtà lavorative incentrate sulla persona e sull’importanza delle emozioni attraggono talenti, migliorano il coinvolgimento e la collaborazione tra colleghi, aumentando la produttività e l’efficienza organizzativa. Creare ambienti aperti, comunicativi, orientati all’ascolto e alla comprensione delle esigenze e dei bisogni altrui, da una parte rafforza il rapporto di fiducia tra azienda e persone, dall’altra favorisce lo sviluppo di prodotti e servizi che incontrano il favore del pubblico e migliora l’interazione tra tutte le persone che fanno parte dell’ecosistema aziendale.
Adottare un approccio sistemico per tracciare la presenza di soft skills in modo strutturato all’interno delle organizzazioni è possibile anche attraverso tool di misurazione e mappatura della performance umana, che identificano il livello di intelligenza emotiva del singolo e del team di lavoro.
È sempre più essenziale che le aziende mettano in campo percorsi di crescita e sviluppo volti a migliorare le abilità comunicative tra le persone. Un team emotivo, empatico e armonioso dà vita a una cultura aziendale sana, non tossica, in cui sentirsi accolti e a proprio agio.
Misurare l’intelligenza emotiva facilita le dinamiche relazionali all’interno di un gruppo di lavoro e consente di sviluppare nuovi stili di leadership. Mostrare le proprie emozioni e incentivare l’espressione di quelle altrui, creare team equilibrati, riconoscere il valore dei propri collaboratori per il loro contributo, ricercare l’approvazione e il consenso del team per prendere decisioni sono qualità sempre più richieste, necessarie per creare ambienti più orientati alla fiducia che al controllo.
Come accade per le hard skills, anche le competenze soft come l’intelligenza emotiva possono e devono essere allenate e potenziate, diventando un’arma fondamentale per condurre l’azienda verso il successo.